giovedì 23 febbraio 2012

Corsi con chi farli e perchè

Partiamo dal presupposto che la componente sicurezza in forra è una dei cardini di questa disciplina e che avventurarsi in un torrentismo fai da te potrebbe esporvi a dei rischi notevoli, per questo vi consigliamo caldamente di frequentare un corso adatto alle vostre capacità prima di avventurarsi in discese che potrebbero diventare problematiche.
In questo post, in maniera molto sintetica, vi spiegheremo dove è possibile fare questi corsi e con chi.
In Italia ci non due valide scuole di Torrentismo: la SNC ( scuola Nazionale Canyoning) nata nel 2000 e sicuramente l'organo più attivo e col maggior numero di corsi, in varie regioni e periodi, all'interno dell'anno.
I suoi validissimi istruttori, molti dei quali facenti parte del soccorso Alpino nazionale offrono corsi di primo secondo e terzo livello atti a rendere autosufficienti o leader nella progressione in forra.
per maggiori informazioni qui di seguito il calendario corsi 2012 http://www.canyoning.it/scuola/scuolacorsi.htm
Alcune sezioni del Cai, per ora a livello locale, ma presto anche a quello nazionale, offrono corsi di torrentismo anch'essi sviluppati su tre livelli. per ulteriori informazioni rivolgersi al sezione CAI di competenza, saranno poi loro a indirizzarvi.
Anche alcune Guide Alpine effettuano corsi indirizzati al miglioramento delle tecniche in forra, rivolgersi persso la casa delle guide più vicina per sapere se e chi tiene questi corsi.

Perché i fittoni resinati muovono e come evitarlo



A volte capita di sentir dire che in alcune falesie degli ancoraggi muovano, perché questo succede?
Piazzare un fittone resinato non è cosa semplice, difatti dopo aver fatto il buco nella roccia assicurandosi preventivamente che sia sana e non fessurata è necessario introdurre nel foro un certa quantità di resina e poi successivamente il fittone.
La resina, tramite una reazione chimica (polimerizzazione) data dal miscelamento dell’oligomero e dell’agente reticolante, porterà alla solidificazione della stessa e quindi al fissaggio del fittone nella roccia. Il procedimento seppur fatto a regola d’arte può portare ugualmente ad una mal riuscita del lavoro. Perché?
Gioca un ruolo fondamentale il tipo di roccia e il tipo di resina utilizzata, difatti a seconda della resina usata cambiano alcune caratteristiche tra cui, le più importanti, la variazione di volume durante la polimerizzazione (indurimento) e la polimerizzazione in ambiente umido.
Le resine in poliestere, spesso utilizzate perché meno costose e a presa più rapida, purtroppo durante il veloce indurimento diminuiscono di volume e quindi non fanno bene presa sulla roccia. La diminuzione di volume, unita all’alta velocità di polimerizzazione inoltre porta ad una microfessurazione della superficie che diminuisce notevolmente la resistenza alla torsione (fittoni che girano).
Le prove in laboratorio delle varie resine, inoltre, sono effettuate in ambienti preparati alla perfezione e con lunghezze di infissioni tali che comportano sempre la rottura dell’acciaio; i valori riportati nelle schede tecniche si riferiscono al sistema “resina+tassello” e se il punto debole è il tassello i risultati sono per lo più uguali tra epossidica o poliestere, questo induce un errore in fase di acquisto prediligendo ovviamente quella più economica.
In realtà la forza di adesione della resina epossidica (o epossi-acrilica) è maggiore di quella in poliestere, tanto è vero che molti produttori catalogano le prime resine come “ancoranti pesanti” e le seconde come “ancoranti medi”.
C’è poi un aspetto da non trascurare: dal punto di vista della resistenza, il vantaggio del sistema di ancoraggio chimico resina+tassello rispetto al chiodo ad espansione è che il primo distribuisce le tensioni in maniera quasi uniforme lungo il gambo del chiodo. Questo vale per sforzi di trazione e di taglio.
Se il chiodo però non è infisso con l’occhiolo bene a contatto con la roccia sul fittone compare anche una forza flettente. In pratica un effetto leva che fa sì che parti del chiodo (e della resina) siano tese e altre parti siano compresse. Ciò compromette il vantaggio iniziale e fa capire perché è importante che all’atto della foratura si debba creare un “alloggiamento” per fare in modo che l’occhiolo penetri un pochino nella roccia.
In conclusione per piazzare un ancoraggio chimico sarebbe consigliato utilizzare resina epossidica (o epossi-acrilica) sia perché ha una tenuta più alta essendo classificata dal molti produttori per “ancoranti pesanti” sia perché il maggior tempo di indurimento evita la microfessurazione favorendone la resistenza alla torsione.

Certificazione UIAA (COSE?)


APPROVAZIONE NORME MATERIALI PE
Il materiale ha tra le sue funzioni per minimizzare il rischio, ciò si ottiene a condizione che soddisfi i requisiti ed il loro uso sia corretto. Il desiderio di soddisfare le caratteristiche del materiale è ciò che provoca la nascita delle regole. In un primo momento, una associazione di utenti (UIAA), e anni dopo l'Unione europea creerà le proprie regole che saranno adottate dagli Stati membri.

UIAA Standard
L'UIAA coperto un vuoto di grandi dimensioni, creando i primi standard. La completezza e la professionalità del lavoro svolto che è accettato in tutto il mondo, godendo di grande prestigio. In larga misura, è il punto di partenza utilizzato per la normativa comunitaria.
Alla fine degli anni '60 quando le prime regole specifiche del materiale di montagna, le regole UIAA (Unione Internazionale di alpinismo). La prima regola è legato alle corde, poi vengono creati per altri prodotti della catena di sicurezza. Questo è un compito molto complesso da un'associazione privata.
I risultati ottenuti in questi studi viene data sempre maggiore importanza fino al punto di usarlo in modo informale come uno standard globale.

UIAA standard questioni:
- Si tratta di una norma volontaria sulla base di prestigio.
- Una garanzia di progettazione, non di produzione.
- Difficile procedure di laboratorio uguali.
- Elevato costo di attrezzature sperimentali (nuovi progetti).

Lo standard UIAA oggi:
- Ha ancora grande prestigio.
- E 'riconosciuto a livello mondiale.
- Per una, segno di approvazione marchio UIAA = di qualità.

Normativa europea
L'Unione europea gli obiettivi è la libera circolazione delle merci tra gli Stati membri. Le norme statali varie posto un grande ostacolo, che si risolve con la creazione di normative europee e di adattamento successive degli stati nella loro legislazione.
Nel 1989, crea una direttiva europea 89/686/CEE sui dispositivi di protezione individuale (DPI, PPE), i governi di diversi paesi europei si stanno unendo la sua legge. In Spagna, crea AENOR (Associazione Spagnola di Normalizzazione e Certificazione). Il presente regolamento, a differenza dello standard UIAA è obbligatoria.
___________________________________________________________
| Certificazione | Standard                    Certificazione |
|__________________________________________|______________|
|           CEN                                  |         EN                  |            CE              |
| (Comitato europeo di normalizzazione) |     (standard europeo) |           (Marca)        |
|_________________________________________________________|

Dispositivi di protezione individuale
DPI o DPI (Dispositivi di Protezione Individuale): qualsiasi dispositivo o di mezzi destinati ad essere indossati o utilizzati da una persona per la protezione contro uno o più rischi che minacciano la loro salute e sicurezza.
La direttiva europea classifica i Dispositivi di Protezione Individuale in tre categorie a seconda del rischio che devono proteggere:

____________________________________________________________________
| EPI | Categoria 1 | Categoria 2 | Categoria 3 |
|________________|____________|__________________|__________________|
| Proteggi rischio |   Bambini.         | media principali |   Graves, spesso   |
                                                        |   da quelli della categoria 1.   | irreversibili o letali |
|________________| ____________|__________________|__________________|
| Controllo richiesto | Normativa   | Certificazione del         |   tipo di certificato.       |
                                | produzione    | laboratorio riconosciuto    | elproducto Il controllo |
                                | minimo       |  come modello   | fabbricati.                   | 
                                | richiesto. E '   | ripetuto in serie, risponde  | |
                                | richiesta        |  minimi richiesti | |
                                | tipo di esame. | (certificato tipo). | |
|________________ | _____________|__________________|_________________|
Partecipa al           | marchio "CE".          |  Marchio "CE", Spec. | marchio "CE", quattro     |
Prodotti                 | Tecnica        | anno di fabbricazione.          | ultimi dati       |
                               | ad esempio: CE                 |   Es: CE 00                       | identificare             |
                                                                                             | laboratorio e scheda       |
                                                         |                                    | informativaEj: CE000120 |
|________________ | _____________|____________________________________|
Esempio                   | Occhiali da sole.        | ramponi.                 | Corde, moschettoni |
                                                                                           | e molti altri.             |
|________________|_____________|________________|__________________|
                                                                      "CE"

Controllo richieste
* Centri o laboratori autorizzati:
Si prova e centri di prova riconosciuti i produttori indipendenti che sono incaricate di esaminare una richiesta di certificazione per testare e rilasciare o meno accurate, come la conformità con il certificato. E 'anche responsabile per il controllo del prodotto finito. 
* Controllo del prodotto:
Prodotto finale: il cane da guardia è fatto almeno una volta all'anno.
Sorveglianza della produzione: il produttore non solo approva il prodotto finale, ma l'intera filiera produttiva.
Qual è il foglio informativo:
Di sicurezza molto educativi e informativi orientati quali:
- Caratteristiche.
- Occupazione.
- Manutenzione.
- Significato dei simboli.
- Revoca.
- Numero di serie.
Questo dovrebbe essere scritto nella lingua del paese in cui è commercializzato.
* Qualità - Sicurezza:
La qualità di un prodotto non garantisce la sicurezza.
Ci sono fattori al di là di questi controlli, ad esempio urti, torsioni, uso improprio del materiale, ecc, che rendono queste garanzie sono inutili. Considerando che l'abuso è una delle principali cause di incidenti dovuti al materiale, la formazione è la soluzione parziale.

Normativa europea di alcuni DPI utilizzati nel
canyoning
ATTREZZATURE
Imbracatura EN 1 2 2 7 7
Ancoraggi roccia 9 5 9
Imbracature IN 5 6 6
Blocco 5 6 7
Casco in 1 2 4 9 2
A nastro piatto 5 6 5
Sling IN 5 6 4
Corda dinamica 8 9 2
1891 semi-statica corda
Moschettoni in 1 2 2 7 5
Pulegge in 1 2 2 7 8

Riferimento
Scuola di alta montagna di Spagna.  calanchi Deportivo tecnico . (A cura di) Barrabés. Spagna. 2005. 166 pagine. ISBN 84-95744-48-1

SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE DIFFICOLTA’ IN CANYONING

TABELLA DELLE DIFFICOLTA'

v : CARATTERE VERTICALE

1 MOLTO FACILE:  
Nessuna calata, corda normalmente inutile per la progressione.  Nessun passaggio di arrampicata/disarrampicata.

2 FACILE:
Presenza di calate aventi accesso ed esecuzione facili inferiori ai 10 m. Passaggi di arrampicata/disarrampicata facili e non esposti.

3 POCO DIFFICILE:
Verticali con portata debole. Presenza di calate aventi accesso ed esecuzione facili inferiori ai 30 m, separate, da terrazzini che consentano il raggruppamento.  Posa di mancorrenti semplici. Progressione tecnica che richiede attenzione (posa su appoggi precisi e la ricerca di un itinerario su un terreno che può essere scivoloso o instabile o accidentato o nell'acqua.  Passaggi di arrampicata/disarrampicata fino al 3c, non esposti che possono richiedere l'uso di una corda.

4 ABBASTANZA DIFFICILE:
Verticali con portata debole o media che possono cominciare a porre problemi di squilibrio o bloccaggio. Presenza di calate aventi accesso difficile e/o superiori ai 30 m Concatenamento di calate in parete con soste confortevoli Necessaria gestione degli sfregamenti Posa di mancorrenti delicati, calate o arrivi di calate non visibili dall'armo, ricezione in vasca in cui nuotare Passaggi di arrampicata/disarrampicata fino al 4c o A0, esposti e/o che possono richiedere l'uso di tecniche di assicurazione e progressione.

5 DIFFICILE:
Verticali con portata media o forte, superamento difficile che necessita una gestione della traiettoria o dell'equilibrioConcatenamento di calate in parete con soste aeree. Superamento di vasche durante la discesa Superficie scivolosa o presenza di ostacoli Recupero della corda difficoltoso (in posizione di nuoto...) Passaggi di arrampicata/disarrampicata esposti fino al 5c o A1

6 MOLTO DIFFICILE:
Verticali con portata forte o molto forte  Cascata consistente Superamento difficile che necessita una efficace gestione della traiettoria o dell'equilibrio, installazione delle soste difficile: messa in opera delicata di armi naturali (blocchi incastrati...) Accesso alla partenza della calata difficile (installazione di mancorrenti delicati...) Passaggi di arrampicata/disarrampicata esposti fino al 6a o A2 Superficie molto scivolosa o instabile.

7 ESTEMAMENTE DIFFICILE
Verticali con portata molto forte o estremamente forte  Cascata molto consistente  Superamento molto difficile che necessita l'anticipo e la gestione specifica della corda, della traiettoria, dell'equilibrio e del ritmo di discesa  Passaggi di arrampicata/disarrampicata esposti superiori al 6a o A2 Visibilità limitata ed ostacoli frequenti. Possibili passaggi in corso o alla fine della calata in una o più vasche con movimenti d'acqua potenti Controllo della respirazione, passaggi in apnea

a : CATATTERISTICHE ACQUATICHE

1 MOLTO FACILE:
Assenza d'acqua o marcia in acqua  calma. Nuotate facoltative.

2 FACILE:
Nuotate non più lunghe di 10 m in acque calme, Salti semplici inferiori a 3 m Scivoli corti o in leggera pendenza

3 POCO DIFFICILE:
Nuotate non più lunghe di 30 m in acque calme Progressione in corrente debole  Salti semplici da 3 m a 5 m Scivoli lunghi o con pendenza media

4 ABBASTANZA DIFFICILE:
Immersioni prolungate comportanti una perdita di calore piuttosto consistente Corrente media. Salti semplici da 5 m a 8 m Salti con difficoltà di partenza, di traiettoria o di ricezione inferiori ai 5 m Sifoni larghi, ma inferiori a 1 m per lunghezza e/o profondità Scivoli molto lunghi o a forte pendenza

5 DIFFICILE:
Immersioni prolungate in acqua fredda comportanti una perdita notevole Progressione in corrente abbastanza forte, tale da incidere sulla traiettoria nel nuoto, sulle possibilità di sosta, sugli ingressi in corrente Difficoltà obbligatorie legate a fenomeni di acqua bianca (rulli, nicchie, vortici...) che possono provocare un bloccaggio temporaneo del torrentista. Salti semplici da 8 m a 10 m Salti con difficoltà di partenza, di traiettoria o di ricezione inferiori da 5 m a 8 m Norme di classificazione tecnica 6 Sifoni larghi, ma inferiori a 2 m per lunghezza e/o profondità

6 MOLTO DIFFICILE:
Vasca di ricezione fortemente turbolenta Progressione in corrente forte, tale da rendere difficoltosi il nuoto, la sosta, l'ingresso in corrente Movimenti di acqua marcati (rulli, nicchie, controcorrenti, onde, vortici...) che possono provocare un bloccaggio prolungato del torrentista. Salti semplici da 10 m a 14 m Salti con difficoltà di partenza, di traiettoria o di ricezione inferiori da 8 m a 10 m Sifoni larghi, ma inferiori a 3 m per lunghezza e/o profondità Sifone tecnico fino a 1 m eventualmente con corrente.

7 ESTEMAMENTE DIFFICILE:
Progressione in corrente forte, tale da rendere molto difficoltosi il nuoto, la sosta, l'ingresso in corrente  Movimenti di acqua violenti (rulli, nicchie, controcorrenti, onde, vortici...) che possono provocare un bloccaggio prolungato del torrentista.  Salti semplici superiori a 14 m Salti con difficoltà di partenza, di traiettoria o di ricezione superiori a 10 m Sifoni superiori a 3 m per lunghezza e/o profondità Sifone tecnico superiore a 1 m con corrente o senza visibilità.

TABELLA IMPEGNO  / DURATA :

I
Possibilità di porsi fuori dalla piena facilmente  Scappatoie facili presenti su tutte le parti del percorso. Tempo di percorrenza del canyon (avvicinamento, discesa, rientro) inferiore a 2 ore.

II
Possibilità di porsi fuori dalla piena in al massimo in 15 minuti di progressione  Scappatoia/e raggiungibili in al massimo _ ora di progressione.  Tempo di percorrenza del canyon fra 2 e 4 ore.

III
Possibilità di porsi fuori dalla piena in al massimo in 30 minuti di progressione  Scappatoia/e raggiungibili in al massimo 1 ora di progressione Tempo di percorrenza del canyon fra 4 e 8 ore.

IV
Possibilità di porsi fuori dalla piena in al massimo in 1 ora di progressione  Scappatoia/e raggiungibili in al massimo 2 ore di progressione Tempo di percorrenza del canyon fra 8 ore e 1 giornata.

V
Possibilità di porsi fuori dalla piena in al massimo in 2 ora di progressione  Scappatoia/e raggiungibili in al massimo 4 ore di progressione Tempo di percorrenza del canyon fra 1 e 2 giornate.

VI
Possibilità di porsi fuori dalla piena in più di 2 ore di progressione Scappatoia/e raggiungibili in un tempo superiore a 4 ore di progressione  Tempo di percorrenza del canyon superiore a 2 giorni.

martedì 21 febbraio 2012

SCARPE

Ciao di seguito un breve resoconto con la valutazione di alcuni modelli di calzature per il torrentismo che ho avuto il piacere di provare nel corso degli anni in particolare:


Salomon Ride Water , Grigua, 5.10 Water tenny, 5.10 canioner 1, 5.010 canyoner 2, merrel,  adidas sia il modello vecchio che quello nuovo ed infine le Bestard.

in definitiva ti posso affermace che:

Salomon Ride Water: sicuramente le migliori in quanto a grip e precisione, il loro punto debole era la scarsa protezione del piede sul laterale e della caviglia i lacci di chiusura tendevano ad allargarsi facilmente. di buona durata e facilmente riparabili.

Grigua: buona aderenza e precisione in forra, poca protezione del piede (sono state studiate sulla falsa riga delle salomon) necessitano di molta attenzione sugli avvicinamenti sono praticamente slik, riparazione abbastanza facile.

Water Tenny: simili come forma alle due precedenti hanno una suola più tassellata che le rende più stabili in avvicinamento, anche se resta una scarpa leggera non adatta ad avvicinamenti lunghi. Costruita con lo stesso materiale della suola delle canyoner ne ha ereditato l'ottima tenuta, per la durata è un pò presto a dirlo, ma se i materiali sono simili a quelli delle altre 5.10 non cè da illudersi.

Merrel: scarpa molto bassa con ottima rete per lo svuotamento interno, ma la tenuta su superficie bagnata non è accettabile quindi le sconsiglio vivamente.

Canyoner 1: a mio avviso la seconda scarpa migliore da forra dopo le salomon, resistente e facile da riparare ti permette, con un minimo di manutenzione di logorare la suola fino in fondo, ottimo grip con materiale S1, buona protezione di piede e caviglia. La chiusura della scarpa in soli 2 punti non è il massimo della comodità, ma poi ci si abitua.

Canyoner 2: molto simili al modello 1 non hanno ereditato però la resistenza, dopo 60/70 forre cominciano a mollare il colpo, non sono molto facili da riparare, restando comunque la seconda scarpa più confortevole che io abbia mai provato dopo le Adidas seconda generazione. La suola composta da 2 gomme diverse, S1 per la pianta e C4 per la punta( C4 è la gomma delle scarpette da arrampicata) gli concede ottimo grip in tutte le situazioni e anche una buona precisiaone, rimanendo una scarpa ingombrante per arrampicare!!!
Esiste anche il modello Canyoneer SAR 5.10 con suola e punta rinforzata antinfortunistica studiata per i soccorritori, non molto comoda in avvicinamento resta sempre più rigida della versione normale.

Adidas 1: diciamo che è stato un tentativo andato male, la suola in feltro e le crocette di gomma non sono state tra le idee più geniali di adidas bocciati tornate il prossimo anno!!

Adidas 2: Ed infatti l'anno prossimo arriveranno sul mercato le nuove Adidas, con grip ( da test di laboratorio effettuati) migliore delle 5.10 ottima calzata e confort buona precisione e protezione del piede. La suola è composta da diversi tipi di disegno localizzati nei punti strategici per ottimizzare la resa. per la durata bisognerà attendere la prova sul campo incrociamo le dita!!!


Bestard: prodotto che è andato molto nel mercato spagnolo, pochissimo qui da noi. La suola di Vigram ha una tenuta accettabile rimanendo comunque meno performante rispetto alla concorrenza 5.10.
per il loro design mi risultano più adatte al'Ice canyoning dove la chiusura superiore stile ghetta troverebbe il massimo dell'utilità. Il prezzo assolutamente non economico non ne fa per me la prima scelta in questo settore.

GORGOPOTAMOS

GORGOPOTAMOS

Percorso Venerdi 24 Sett. in conpagnia di Fabione, Siu e Lucien, nonostante  numerose defezioni dell'ultimo minuto causate da problemi lavorativi, che hanno dimezzato il team originario, Il gruppo si è mosso da Milano e Roma il Mercoledì 22 per rientrare la Domenica 26.
Il Diras Canyon, vero nome del Gorgopotamos, ci si è presentato con una portata molto simile a quella di altre spedizioni più o meno fortunate documentate da foto, che noi abbiamo utilizzato come metro di valutazione per la percorribilità della forra. Direi approssimativamente una settantina di litri al secondo, scorrimento ideale per la discesa che non presenta difficoltà aggiuntive legate alla portata.
Questa forra ormai diventata famosa e molto di moda la si può considerare un percorso completo, in se racchiude praticamente tutto quello che si può e si vorrebbe trovare in una forra: calate alte mono tiro e frazionate, calate bagnate e asciutte, tuffi anche da grandi altezze (fino a 30mt) e toboga, ambienti aperti con pareti altissime e strettoie sinuose quasi oscure per finire con sifoni, laghi e pozze turbolente. Da notare la presenza di salti non armati fino a 5mt che, con le dovute cautele e verifiche, si possono affrontare in tuffo o disarrampicata.
La discesa del Diras è una discesa che va affrontata con un buon allenamento fisico alle spalle, poiché per la sua conformazione (880 m di dislivello per 4100 m di lunghezza ) richiede un notevole sforzo fisico, visti anche i numerosi tratti di progressione da percorrere tra massi giganteschi e frane. 

Da non sottovalutare anche i tratti a nuoto e le innumerevoli immersioni in pozze anche poco profonde che si trovano lungo tutto il percorso.  Segnaliamo anche una frana, abbastanza recente, che occlude completamente il corso del fiume e che fa un po’ impressione perchè manifesta esplicitamente l’instabilità delle pareti che ti circondano!
L’avvicinamento al Gorgopotamos è una lunga “menata” su pista, per la maggior parte sterrata, messa in condizioni non ottimali che richiede, anche se non essenziale, l’uso del 4x4, soprattutto per velocizzare la massimo gli spostamenti. Si può percorrere anche con auto “normale” alta, ma risulterebbe molto più lunga e faticosa quindi la sconsiglio.
L’ungo il percorso sono stati messi dei bolli blu che facilitano di molto l’individuazione della pista corretta. Noi abbiamo verificato l’entrata il giorno precedente, seguendo le indicazioni riportate sul libro di Caracal e sulle info forniteci da Skeno che ringrazio. Conoscendola abbiano impiegato 50 minuti dall’albergo all’entrata il giorno seguente, non verificandola ipotizzo almeno una trentina di minuti in più. 
Pernottamento: noi abbiamo alloggiato al Gorgopotamos Hotel a Gorgopotamos, situato proprio sul crocevia che porta alla forra. Tripla 55€ doppi 45€ singola 35€ tutte con colazione, il gestore non parla una parola che non sia greco ma si fa capire, noi abbiamo trovato l’hotel praticamente vuoto, ma visto che ospita matrimoni non sempre ci sono stanze disponibili. 

Solitamente in Grecia in quel periodo non è difficile trovare da dormire.
Considerazioni finali: decisamente un bel “forrone” degno di nota e rispetto che impegna il fisico e la mente per diverse ore, una profonda cicatrice che si incunea per oltre ottocento metri spaccando in due l’altipiano, un fiume che esplicitamente ti dice che di vie di fuga non te ne darà per tutto il percorso se non alla fine quando raggiungi l’uscita, che è meglio non sbagliare perché le ore di luce nel periodo in cui il Gorgopotamos ti permette di entrare tra le sue rive sono limitate, che bisogna fare le cose bene ma veloci, che è una forra per tanti ma non per tutti. ciò non deve spaventare poichè ti fa capire anche che non è il “mostro” che tanti in passato hanno dipinto (vedi recensioni francesi e non solo), ma che come già detto esige rispetto e preparazione e che con la giusta preparazione psicofisica e tecnica può essere affrontato senza grossi problemi da gruppi affiatati e motivati che vogliono percorrere uno dei top 20 canyon d’Europa.